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"Chi cerca di piacer solo al presente, non creda mai d’aver a far soggiorno in mano ai dotti, e alla futura gente. Anzi avrà culla, e tomba in un sol giorno"












In occasione del 50º anniversario dell’apertura al pubblico del Museo di Capodimonte, abbiamo un “ospite” molto particolare e per di più “di casa nostra”: Salvator Rosa. Artista completo, abbracciò ogni forma di espressione artistica: dalla pittura alla poesia, dalla musica al teatro, fu uno dei pochi capace di conciliare nelle sue opere pittura e filosofia, magia e scienza, storia e mito, in altre parole realtà e fantasia. Purtroppo questo personaggio, così eclettico e anticonformista, così ironico e, a volte, cinico, è poco conosciuto proprio perché il suo continuo uscire al di fuori dagli schemi ha contribuito ad escluderlo quasi completamente dall’arte ufficiale del periodo in cui è vissuto. Un vero peccato per un artista così particolare e, allo stesso tempo, completo.






La mostra quindi diviene un’occasione per approfondire la conoscenza di uno degli artisti più straordinari (e tutt’ora molto attuale) del XVII secolo; Salvator Rosa nasce a Napoli nel borgo Arenella nel 1615 e benché lasci la sua città natale all’età di 20 anni per trovare maggiore fortuna a Roma e a Firenze, è innegabile non riscontrare nell’intensità espressiva di uno sguardo o nelle pieghe di una ruga gli stessi profili, gli stessi colori della Napoli che per sempre gli resterà nel cuore e di cui egli stesso scriverà: “Di Partenope in seno ebbi la cuna, ma la sirena che m'accolse in grembo non poté adormentar la mia fortuna.”





Dal temperamento aggressivo e polemico evitò ogni sorta di compromesso e convenzione rimanendo fedele solo alla propria arte, toccando temi differenti e mai rappresentati in modo banale o scontato. Un esempio tra tutti può essere il suo bellissimo “Autoritratto”, che sembra aspettare la reazione dell’osservatore alla provocazione che si legge in basso : “Aut tace, Aut loquere meliora silentio” cioè “Taci o dì qualcosa che sia meglio del silenzio”; o ancora, le opere legate alla stregoneria, nelle quali la pittura diventa uno strumento magico che esibisce l’ingegno del suo creatore, che riesce a far apprezzare, attraverso dei colpi di pennello, il brutto di un corpo consumato di una vecchia strega come bellezza d’arte .






"Magior poeta è chi più dà nel matto, tutti cantano omai le cose istesse, tutti di novità sono privi affatto"






Chi, come noi, ha interesse nell’arte ma soprattutto nel patrimonio artistico troppo spesso trascurato della nostra città, è caldamente invitato a partecipare ad un evento che si terrà il 27 Maggio dalle 10:00 alle 16:00 nelle quattro sedi dell’Orientale (palazzo Giusso, palazzo del Mediterraneo, palazzo Corigliano, Santa Maria Porta Coeli); l’evento, organizzato dal Laboratorio di Beni Culturali (curato dalla prof.ssa Amirante), si propone di presentare agli studenti dell’Orientale questo eclettico e versatile personaggio, sotto una luce originale e puntualizzando alcuni aspetti che hanno particolarmente attirato il nostro interesse.



Ma non finisce qui!



Il Laboratorio si occuperà, tra l’altro, di effettuare delle visite guidate al Museo di Capodimonte, cosicché ognuno possa ammirare con i propri occhi le splendide realizzazioni dell’artista.






Cosa chiedere di più?





Stacchiamo la spina, ogni tanto, e godiamoci pure le bellezze artistiche della nostra città…











"Ma chi sa, quel che io chiamo ignoranza non sia de' grandi un'invenzion morale per fuggir la superbia e l'arroganza"







A cura di:


Cafiero Rita


Mastrogiovanni Laura


Barile Lucia